Scegliere il piatto doccia per il bagno non è mai stato tanto creativo. Sono disponibili per i piatti doccia infiniti materiali, forme, soluzioni e misure che permettono di realizzare una doccia di design sempre più moderna, attuale e funzionale da abbinare a qualsiasi tipo di box doccia.
Sono finiti i tempi in cui l’unica soluzione era la scelta di un piatto doccia smaltato. La zona doccia si compone naturalmente di diversi pezzi; il primo elemento da scegliere è il piatto doccia. Innanzitutto vanno valutate le misure disponibili, ovvero quanto spazio si ha a disposizione non solo per il piatto, ma anche le zone libere di fronte e ai lati, e decidere dove posizionarlo rispetto al bagno.
Oltre a calcolare l’ingombro a terra del piatto bisogna considerare anche la proiezione in verticale del box doccia, quindi va posta attenzione nel caso si decida di posizionare box doccia di fianco ad una finestra o alla porta. Sono tre le tipologie di installazione di un piatto doccia, cui corrispondono altrettanti versioni di modelli. Solo alcuni di questi possono essere posati indifferentemente in uno o nell’altro.
Da appoggio: è quello tradizionale: rialzato rispetto alla quota di terra, forma una sorta di gradino per poi riabbassarsi all’interno.
A incasso: parzialmente inserito nel massetto, questo tipo di piatto ha un bordo molto sottile ma non impercettibile.
Filo pavimento: il risultato è un piatto la cui superficie è continua con quella del pavimento. Ne esistono di diverse tipologie, anche con rivestimento superficiale removibile per semplificare l’ispezione del supporto e della piletta di scarico.
Per quanto riguarda i materiali la scelta è molto vasta. Il piatto doccia può essere in acrilico che a parità di dimensione e altezza è il più economico che si possa trovare. Lo si trova con spessori ridotti e pertanto può essere installato filo pavimento; i piatti doccia possono avere forme molto particolari e belle esteticamente; inoltre i piatti in acrilico sono molto leggeri e antiscivolo. Considerate che se viene a contatto con fonti di calore o con gli ultravioletti del sole tende a ingiallire e se vengono lasciati residui di shampoo e sapone nel lungo periodo il piatto rischia di macchiarsi. Non bisogna assolutamente mettere in contatto il piatto con sverniciatori, acetone, candeggina, profumi, dopo barba e disinfettanti molto aggressivi.
La ceramica è il materiale che meglio conosciamo e negli ultimi anni è stato reinventato con spessori ridotti e nuove finiture. In ceramica il piatto doccia è molto più bello e lineare nella versione ribassata (alta comunque 6 cm circa), si trova oggi senza quei bruttissimi rilievi della ceramica pur mantenendo il grip; disponibile anche con la finitura superficiale effetto pietra; resta il miglior rapporto qualità/prezzo. Considerate che i piatti doccia in ceramica faticano ad essere esteticamente belli come quelli fatti con altri materiali; se viene scelta la finitura pietra, la ceramica sotto allo strato superficiale è comunque bianca, quindi bisogna fare attenzione a rotture e righe.
I costi dei piatti doccia in acciaio si sono allineati con quelli della ceramica, ma risulta più affascinante. Infatti grazie a spessori ridotti è di facile installazione filo pavimento e può essere smaltato in superficie per assumere differenti colori.
La resina è il prodotto del momento, quello che viene desiderato più spesso. Consiste in una resina unita a miscele minerali. La produzione è principalmente spagnola (esistono pochi produttori italiani). Il piatto doccia in resina è sottile e solitamente utilizzato a filo pavimento, è inoltre molto bello esteticamente avendo la finitura della pietra e potendo scegliere tra diversi colori; il piatto doccia è colorato in massa e quindi ripristinabile anche nel caso in cui si dovesse scheggiare o rigare; se è stato previsto uno strato di gelcoat in superficie, viene garantita una buona resistenza a prodotti anche molto aggressivi (per esempio, 24 ore di resistenza al betadine). La resina può variare leggermente il colore col passare del tempo, patisce le temperature molto elevate e gli shock termici; se non c’è il gelcoat superficiale il materiale si macchia con una certa facilità.
Il corian è il massimo a cui si possa ambire parlando di resine, sebbene i costi siano molto elevati. Il Corian è un materiale brevettato da DuPont nel 1967 e ampiamente utilizzato anche come top (sia in bagno che in cucina, sui prodotti di fascia più elevata). È composto per 2/3 da idrossido di alluminio (triidrato) e per 1/3 da resina acrilica (polimetilmetacrilato). Molto bello e sottile, il piatto doccia in corian è ripristinabile e con forme che possono essere diverse dalle solite a cui siamo abituati; buona resistenza agli urti; graffi leggeri e macchie superficiali possono essere rimossi nella maggior parte dei casi con una spagna abrasiva e con l’utilizzo di un comune detergente. Il corian patisce quasi esclusivamente il contatto con forti fonti di calore, a cui resiste per poco tempo (per esempio, potrebbe rimanere il segno di una bruciatura di sigaretta).
Non resta che lasciarsi suggestionare dall’atmosfera che più ci piace! E sapere che chiedere semplicemente un piatto doccia è quanto di più generico si possa dire.
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